E’ scoppiato un caso attorno a quanto accaduto in una scuola modenese gioved 19 gennaio, dove un insegnante sarebbe stato aggredito da due studenti minorenni dopo avergli detto che all’interno della scuola non si poteva fumare, accusando un mancamento dopo la lite. Il docente li ha provocati e non ha saputo mantenere l’autocontrollo – ha commentato la preside dell’istituto professionale, scatenando una serie di reazioni. La prima ovviamente quella del professore, Stefano Longagnani, che racconta la sua versione dei fatti descrivendo come vergognose le parole della dirigente scolastica. Non ho mai perso la calma nemmeno dopo essere stato malmenato. Chiedere ai ragazzi il rispetto delle regole non essere provocatorio, racconta il docente di matematica, amareggiato per quanto accaduto.
Le indagini della procura
Intanto la procura indaga sui fatti e il provveditore scolastico Veronica Tomasselli ha annunciato un’istruttoria interna: Sono consapevole di quanto accaduto – ha detto – e in queste ore sto raccogliendo tutti gli elementi utili a fare chiarezza. Ma ripercorriamo quanto accaduto, ricordando che sull’episodio ci sono due versioni, quella dell’insegnante che sostiene di essere stato insultato e aggredito dagli studenti quando ha detto loro di spegnere la sigaretta, e quella dei due sedicenni, sostenuti dalla loro preside Angela Alessandra Milella che ha commentato la vicenda accusando il professore di aver avuto uno scontro fisico con degli studenti minorenni e di essersi avvicinato in modo provocatorio ai ragazzi. Ricordiamo che sul posto intervenuta la polizia, chiamata dagli studenti, e che ambedue le parti hanno sporto denuncia.
La versione del professore
A parlare, dopo le parole della preside, il professore, Stefano Longagnani, docente di matematica al tecnico. Lognagnani insegna da 21 anni, di ruolo dal 2014. E’ stato dimesso dal pronto soccorso con cinque giorni di prognosi e un collarino. Non ho mai perso la calma nemmeno dopo essere stato malmenato. Chiedere ai ragazzi il rispetto delle regole non essere provocatorio, racconta il docente di matematica, amareggiato per quanto accaduto. Stavo andando verso la mia auto parcheggiata nel cortile quando ho visto alcuni gruppi di ragazzi che fumavano e bivaccavano. Li ho ripresi dicendo loro che ci non era permesso. Uno mi ha subito minacciato, siamo andati dal vicepreside e una volta usciti in pochi minuti ha chiamato a raccolta circa 10 suoi compagni che mi hanno accerchiato nel tentativo di intimidirmi. Ho deciso di filmarli per documentare ogni cosa che potesse accadermi. Un paio di questi ragazzi mi sono saltati addosso con prese e spintoni, inizialmente soffocandomi e impedendomi di respirare (sono asmatico e ho avuto una crisi), e fisicamente impedendomi di tornare in salvo dentro l’atrio della scuola. Ero immobilizzato da un ragazzo di circa 90 chili, tenevano chiusa la porta dell’atrio che cercavo di aprire, e ho quindi reagito nei suoi confronti per legittima difesa cercando di divincolarmi per riuscire nuovamente a respirare e per riuscire ad entrare nell’atrio della scuola.
I precedenti
Gli studenti invece hanno raccontato che sarebbe stato lui ad aggredirli per primo con un calcio alla caviglia.La verit che ci sono bande che nel cortile spadroneggiano e che non vogliono interferenze alle loro attivit e tanti colleghi mi hanno raccontato di episodi simili avvenuti solo pochi giorni fa – continua il prof – La situazione totalmente fuori controllo ed colpa di quegli adulti che per non avere fastidi preferiscono chiudere gli occhi ed abdicano al loro ruolo educativo.
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21 gennaio 2023 (modifica il 22 gennaio 2023 | 15:10)
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