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L’Onu discute per la prima volta di Ai. Guterres: “Non abbiamo ancora visto niente”


“Sto convocando un consiglio consultivo di alto livello per l’Intelligenza artificiale. Presenterà delle soluzioni per una governance globale dell’Ai entro l’anno”. Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, annuncia la mossa delle Nazioni unite per arginare una tecnologia che, ammette, “ha mostrato già di poter fare molto, ma sono convinto che ciò che abbiamo visto finora (delle sue potenzialità, ndr) sia solo l’inizio. È la prima volta che l’Onu discute di intelligenza artificiale. E lo fa portandosi dietro mesi di discussioni sull’Ai. Potenzialità, rischi, minacce anche dirette all’umanità intera. E tutto nasce dalla pubblicazione di ChatGpt, che ha fatto capire al mondo “le potenzialità di questa tecnologia”, ha detto Guterres.

Intelligenza artificiale

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“Ha raggiunto centinaia di milioni di persone in pochi mesi. Si stima che entro il 2030 le tecnologie basate sull’Ai genereranno tra i 10 e i 15 trilioni di dollari”, ha aggiunto. Ma queste potenzialità, “in grado di accelerare incredibilmente lo sviluppo globale”, nascondono una zona d’ombra che allarma le Nazioni unite: “Nemmeno i suoi designer sanno dove l’Ai può arrivare. Quello che stiamo vedendo è solo l’inizio. E sappiamo che queste tecnologie possono incrementare il livello di disinformazione, di creare tecnologie pericolose come i deepfake, o manipolare messaggi, idee, parole dette dalle persone, aumentando i rischi di discriminazioni e minacce per le minoranze”.

 

I timori per le applicazioni in campo militare: Ai e terrorismo

Oltre a questo, ciò che spaventa le Nazioni unite sono le possibili applicazioni in campo militare delle tecnologie basate su Ai. “L’uso delle armi basate su sitemi di intelligenza artificiale rappresenta un rischio per l’umanità, come l’atomica. Così come gli usi che organizzazioni terroristiche possono fare di queste tecnologie”. Per questo servono delle regole. E servono subito.

Guterres ha quindi proposto una serie di norme che seguano tre principi: il primo, il rispetto delle leggi umanitarie; il secondo, un accordo sull’uso dell’Ai in ambito militare; il terzo, regole globali per il controllo delle tecnologie basate sui dati per il controllo delle attività terroristiche. Discussioni che dovranno essere tutte affrontate nei prossimi mesi. E per le quali la Gran Bretagna, che non a caso in questi mesi è alla presidenza del Consiglio di sicurezza dell’Onu, vuole giocarsi un ruolo fondamentale.

L’intervista

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Londra vuole diventare il centro della discussione sull’Ai

Da mesi oramai Londra si propone come sedi dei negoziati futuri sull’Ai. Per prima ha messo in guardia sui rischi dell’Ai, destinata a rimodellare interi settori dell’economia globale, il mondo del lavoro, la qualità e la quantità di lavoro disponibile. Timori che hanno trovato una sponda sicura in Guterres. Lo scorso mese il Segretario generale ha appoggiato la proposta di alcuni manager di società che lavorano a soluzioni di intelligenza artificiale per creare un organismo internazionale di controllo dell’Ai come l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea). Tra questi anche Sam Altman, il fondatore di OpenAi, la società che ha lanciato ChatGpt. 

Il dibattito

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Anche il primo ministro britannico, Rishi Sunak, ha appoggiato l’idea e ha detto di volere che la Gran Bretagna sia la sede della regolamentazione globale sulla sicurezza dell’Ai. Aperture importanti sono arrivate da parti della Cina, che però ha rimarcato la necessità che le regole sull’Ai siano decise soprattutto in chiave antiterroristica e militare. Mentre tra gli esperti convocati, Jack Clark, cofondatore di Anthropic, ha ammesso: “È vero che alcune Intelligenze artificiali fanno cose che nemmeno chi le ha progettate immaginava. Ed è anche vero che finora tutte le cose che hanno sorpreso sono in linea di massima positive. Ma non è sempre detto che sarà così”, ribadendo una linea che le aziende del settore ribadiscono da tempo: servono regole valide ovunque per tutti, perché l’Ai non ha confini.



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Written by bourbiza mohamed

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