l’iniziativa
Mezzogiorno, 28 dicembre 2022 – 17:17
La decisione arriva a 11 anni dalla cattura: il capo del clan dei casalesi si arrese nella sua Casapesenna perch rischiava di soffocare dopo che la polizia aveva staccato l’energia elettrica al covo
di Titti Beneduce
A poco pi di 11 anni dalla cattura del capoclan dei casalesi Michele Zagaria, stato approvato dalla Giunta il protocollo d’intesa tra Regione Campania e Ministero dell’Interno, e il relativo finanziamento a carico della Regione, finalizzato all’abbattimento dell’immobile dove si era rifugiato e dove fu catturato il boss, a Casapesenna. Nell’ambito del progetto realizzato dai vigili del fuoco, previsto il tombamento definitivo del bunker sotterraneo dove si nascondeva il boss, in vico Mascagni, sotto un’anonima villetta appartenente alla famiglia Inquieto.
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La cattura di Zagaria, dalla realt alla fiction
Il blitz coordinato da Catello Maresca
Il blitz, scattato all’alba, si concluse solo a mezzogiorno, quando Zagaria decise di arrendersi perch alla villetta era stata tolta la corrente e lui, rintanato nel bunker, senza aerazione rischiava di morire soffocato. A stanarlo fu la squadra mobile all’epoca guidata da Vittorio Pisani, che da pochi mesi era stato raggiunto dalla misura cautelare del divieto di dimora a Napoli perch accusato di rivelazione di notizie riservate, abuso d’ufficio e favoreggiamento: accuse tutte poi crollate. A coordinare le operazioni l’allora pm della Dda Catello Maresca, oggi capo dell’opposizione in consiglio comunale a Napoli e giudice a Campobasso.
Latitante per 16 anni
Michele Zagaria era latitante dal 1995 e sembrava imprendibile. Gli investigatori per lo avevano localizzato gi da un po’ di tempo nella zona di Casapesenna, il suo paese d’origine, tant’ che nelle settimane precedenti avevano demolito un altro edificio di propriet di familiari di Vincenzo Inquieto, il proprietario della villetta di vico Mascagni. A fornire la conferma della sua presenza nel bunker era stata una telefonata in cui la figlia di Inquieto, intercettata, parlava a un’amica di zio Michele. Ma gi l’esame dei flussi di corrente elettrica erogati all’abitazione erano apparsi anomali: per garantire a Zagaria aria salubre un potente condizionatore era costantemente in funzione.
A lui ispirata una fiction
Al bunker si accedeva tramite una scaletta di ferro dopo avere spostato con un telecomando il soffitto del rifugio. La vicenda stata raccontata anche in una fortunata fiction della Rai, Sotto copertura, per la regia di Giulio Manfredonia; il boss era interpretato da Alessandro Preziosi. Altri episodi erano stati in precedenza dedicati all’altro super latitante del clan dei casalesi, Antonio Iovine.
La detenzione al 41 bis
Numerose le condanne all’ergastolo, definitive e non, inflitte al boss per reati gravi come l’omicidio e l’associazione camorristica. Nei mesi scorsi, durante un’udienza, Zagaria si era dissociato dal clan di cui era a capo: cauti tuttavia gli inquirenti dal momento che potrebbe trattarsi di una mossa per ottenere condizioni di detenzioni meno rigide (Zagaria ha infatti trascorso diversi anni di detenzione in regime di carcere duro).
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28 dicembre 2022 | 17:17
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