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«Ora in Regione un assessore che ci aiuti a cambiare la Pac»- Corriere.it


di Massimiliano Del Barba

Garbelli (Confagricoltura Brescia): «Innovazione è anche novel food»

Presidente Giovanni Garbelli, dal generale al particolare. Dopo una serie di slittamenti, da quest’anno la nuova Pac (la Politica agricola comune) è entrata in vigore, ridefinendo da qui al prossimo quinquennio le regole del gioco del primario europeo. Qual è il suo giudizio?

«La posizione di Confagricoltura è chiara e la stiamo ribadendo ormai da tempo: le regole della Pac 2023-2027 sono state definite per rispondere a esigenze che non esistono più. La logica era quella di ridurre le produzioni, ma la guerra in Ucraina da un anno a questa parte ha ribaltato il contesto. Siamo al lavoro su tutte le sedi per cercare di declinare la direttiva europea in base alle caratteristiche dell’agricoltura italiana».

U
n ruolo che chiama in causa in primo luogo la Regione Lombardia e il suo assessorato all’Agricoltura. Con Fabio Rolfi avevate un ottimo rapporto, quali sono i vostri desiderata per il Fontana Bis?

«Non è una questione di nomi ma di approccio. Ci ha fatto piacere la riconferma in Consiglio regionale di alcuni esponenti della maggioranza con cui abbiamo lavorato durante il passato mandato. La continuità è importante come il mantenimento di una serie di equilibri istituzionali favorisce il dialogo costruttivo. Come dicevo, oggi la nostra priorità è l’applicazione della Pac e la definizione del nuovo piano di sviluppo rurale: a noi serve un interlocutore affidabile. Poi, certo, i nomi che finora sono stati fatti per l’assessorato sono tutti di alto profilo».

Ciò che sta accadendo sul Garda con il ritorno dell’aviaria nei gabbiani vi preoccupa?

«Moltissimo. Ma ricordiamo che negli ultimi anni i nostri allevatori hanno investito molto in biosicurezza e oggi il livello di protezione è alto. All’estero, ad esempio in Francia, si stanno sperimentando addirittura dei vaccini: credo che sia questa la strada giusta, purtroppo da questo punto di vista la legislazione italiana è più rigida e restrittiva».

Il tema, che riguarda l’innovazione, è insieme etico e tecnologico. Un mese fa a Lonato il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida si è schierato senza se e senza ma contro i cibi sintetici e in generale l’utilizzo delle biotecnologie per migliorare le rese agricole. Voi avete una posizione diversa…

«Noi l’innovazione ce l’abbiamo nel Dna, quindi ribadiamo la massima apertura all’ingegneria genetica, dai vitigni resistenti (i cosiddetti Piwi, ndr) alle New Breeding Techniques in campo (le tecnologie di miglioramento genetico di ultima generazione). Nessun pregiudizio. Poi, certo, sui novel food e le carni sintetiche la mia idea è che sia giusto difendere l’identità del made in Italy, anche se è altrettanto corretto ricordare come i nostri nonni tendevano a considerare i cibi in scatola come un’aberrazione, e sappiamo che non è così».

27 febbraio 2023 (modifica il 27 febbraio 2023 | 17:49)



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Written by bourbiza mohamed

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