Casal di Principe e le irregolarità sugli Lsu, il Riesame demolisce l’inchiesta

di Titti Beneduce

Tra gli indagati il sindaco Natale e una cugina di don Diana: ora per loro è possibile l’archiviazione

Il Tribunale del Riesame boccia l’inchiesta della Procura di Napoli Nord sugli Lsu di Casal di Principe nel cui ambito sono indagati il sindaco, Renato Natale, e gli assessori della sua giunta: Marisa Diana, cugina di don Giuseppe, assassinato nel 1994 dalla camorra, Vincenzo Noviello, Antonio Schiavone, Maria Letizia e Antonio Natale. Gli inquirenti ipotizzano il reato di abuso di ufficio. Ma i giudici della libertà hanno respinto il ricorso del pm contro la decisione del gip che aveva rifiutato di emettere un’ordinanza di divieto di dimora nei confronti di diversi lavoratori socialmente utili. E in virtù di questa ordinanza è possibile che si vada verso un’archiviazione delle accuse anche nei confronti degli amministratori.

I giudici: «Quadro indiziario insufficiente»

Secondo il collegio (presidente Pietro Carola, che è anche estensore, giudici Alessandra Cantone e Paola Coronella) il quadro indiziario, «insufficiente e contraddittorio, è rimasto inalterato» e nel corso dell’udienza il pm «non ha fornito elementi nuovi che consentissero di superare i rilievi» del gip.

Ad agosto raffica di perquisizioni

Le perquisizioni dello scorso agosto ebbero molto risalto. A sindaco e giunta il pm contesta di avere «omesso di adottare specifiche delibere di giunta che contenessero un’analitica indicazione dei progetti di pubblica utilità per i lavoratori socialmente utili». Questi ultimi invece sono accusati di truffa aggravata: per la Procura un operaio, pur essendo da qualche tempo in pensione, continuava a percepire «regolarmente» i suoi emolumenti dall’ente; un altro, pur avendo presentato un certificato di malattia agli uffici, «svolgeva attività lavorativa in un bar»; ipotizzate anche altre irregolarità dello stesso tenore. Ma prima il gip, poi il Riesame non hanno condiviso questa ipotesi.

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