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Siccità, i laghi lombardi sotto la lente e Confagricoltura contro gli invasi- Corriere.it


di Matteo Trebeschi

L’idea di creare bacini d’accumulo non convince Confagricoltura: sono s utili, ma non c’ confronto con la capacit di stoccaggio dell’acqua nei laghi

La siccit stata l’incubo peggiore del 2022. Ha bruciato raccolti e ridotto persino la produzione dell’ortofrutta, con il pomodoro in calo dell’11%. Ma per gli agricoltori bresciani anche il 2023 non iniziato nel migliore dei modi: gi oggi i laghi contengono il 50% in meno dell’acqua che di solito stoccavano, per cui anche quest’anno potrebbero esserci problemi.

E l’idea di creare bacini d’accumulo non convince in pieno Confagricoltura: quei piccoli invasi sono s utili, ma non c’ confronto con la capacit di stoccaggio dell’acqua nei laghi. E di acqua ne serve molta se si vuol far crescere il mais, una pianta “imprescindibile” per la zootecnia bresciana e per il settore lattiero, su cui si costruisce gran parte dei redditi agricoli di questa provincia. Nel 2022 il Pil dell’agricoltura bresciana ha sfondato per la prima volta i due miliardi di euro (+20% rispetto al 2021), ma questo record un Giano bifronte. Infatti, se vero che i vari settori hanno registrato ricavi in crescita, pur vero che i costi sono aumentati in modo netto: sia quelli diretti (energia e sementi), sia l’inflazione al 9%.

A pesare sul 2022 sono stati in primis la siccit e poi la volatilit dei prezzi, capace di ridurre molto le redditivit. In generale, l’annata agraria 2022 si chiusa con un chiaro scuro: il latte ha sofferto all’inizio, ma poi ha recuperato sui prezzi; il settore suinicolo ha visto calare i capi allevati (-10%) e la redditivit; bene invece i settori dell’olivicoltura, che risorta (+350%) dopo un’annata che aveva azzerato i raccolti, e ottimi i risultati anche per i vini: il leggero calo della quantit stato compensato da un prodotto di grande qualit che ha aiutato a far crescere anche la redditivit (+17%).

Con oltre 345 mila capi allevati, la zootecnica da latte ha raggiunto un nuovo record: in un anno sono stati prodotti nel Bresciano 16,9 milioni di quintali di latte (+3,3%). E questo nonostante l’annata torrida e siccitosa. Per mesi il prezzo del latte rimasto sui 40 centesimi, incapace di far fronte all’aumento dei prezzi di cereali, gasolio ed energia elettrica. Confagricoltura non ha dubbi: fino a luglio gli allevatori hanno lavorato in perdita. Poi il prezzo salito, raggiungendo a dicembre i 60 centesimi al litro che fanno ben sperare per il 2023. Molto del latte bresciano, destinato al circuito di Grana e altre Dop, nasce da stalle gestite all’interno di grandi cooperative, la cui remunerazione di fine 2022 risulta del 15-20% pi alta di quello pagato dal settore industriale ricorda Luigi Barbieri di Confagricoltura.

Il 2022 non stato un anno buono per il settore suinicolo. Il numero dei capi allevati si ridotto del 10% e la dinamica della redditivit stata altalenante: il 2022 si chiuso con un +6,6%, ma il comparto muove comunque un giro d’affari da 298 milioni di euro. Bene il settore avicolo: i polli destinati al macello sono aumentati da 652 mila quintali del 2021 ai 742 mila dell’anno scorso. E anche il valore complessivo salito (+63%).

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l 2022 stato un anno terribile per l’aumento dei costi. Complici dati macroeconomici da una parte e la guerra in Ucraina dall’altra, il costo dell’energia aumentato di quasi sette volte, i carburanti del 43%, i concimi azotati del 50%. Un esempio: se prima, per irrigare 100 pio’, ci volevano all’incirca 5 mila euro, nel 2022 un agricoltore bresciano ha speso tra i 15.000 e i 18.000 euro. Anche per gli agriturismi i prezzi si sono triplicati, ma a pesare – in questo caso – anche la difficolt a trovare personale per i lavori stagionali ricorda Gianluigi Vimercati, vicepresidente di Confagricoltura. Nel frattempo, c’ una riscoperta degli agriturismi come luogo di degustazione di prodotti locali, vini in primis, con Lugana e Franciacorta che vedono crescere le esportazioni.

Per via dei cambiamenti climatici diventa essenziale tutelarsi dalle perdite di raccolto che sono anche riduzioni di reddito. Ma la gestione del rischio prevede anche di tutelarsi da costi di produzione e prezzi di vendita sempre pi volatili ricorda Oscar Scalmana, vicepresidente dell’Upa. L’obiettivo livellare la volatilit di mercato ed per questo che 55 imprese di Confagricoltura hanno aderito ai fondi Isd per la stabilizzazione del reddito. Le aziende agricole hanno capito che devono diversificare. E in quest’ottica rientra anche la volont di investire sempre di pi sempre pi su fotovoltaico (compreso quello a terra) e biogas: energie alternative, essenziali dopo la crisi del 2022.

27 febbraio 2023 (modifica il 27 febbraio 2023 | 18:41)



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Written by bourbiza mohamed

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