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Paura a Padova: stalker investe un carabiniere, il collega gli spara e lo uccide. Aveva violato il divieto di avvicinarsi alla ex

C’è un uomo violento appostato con un coltello sotto casa della ex moglie. Ma stavolta questa storia di sangue ha un finale diverso, perché durante l’appostamento sono arrivati i carabinieri. Volevano annotare la sua presenza, far valere il divieto di avvicinamento e poi denunciarlo ma sono stati travolti da una furia.

Haxhi Collaku, albanese di 55 anni, prima li ha investiti con il suo furgone e poi si è avventato su uno di loro con un coltello. Quattro colpi esplosi con la pistola di ordinanza hanno messo fine alla sua folle aggressione. “Li ho sentiti gridare: spara, spara. Poi i botti in mezzo alla strada”, racconta spaventato un residente. E’ successo a Padova, nel primo pomeriggio di ieri, in via Castelfidardo, stradina che delimita un quartiere poco distante dalle mura del centro storico.

Poco dopo pranzo, verso le 14, il cinquantacinquenne albanese si è fermato con il suo furgoncino sotto casa della ex. Storia tormentata la loro. Anni di denunce per violenze e minacce, complicate dalla presenza di una figlia minorenne. Qualche anno fa era stato emesso anche un provvedimento di allontanamento dalla casa coniugale, mentre recentemente il questore di Padova Antonio Sbordone aveva firmato un ammonimento.

Insomma, la situazione era nota. Ed è il motivo per cui appena la figlia ha telefonato al 112 per segnalare la presenza del padre sotto casa, subito dalla centrale operativa hanno mandato una pattuglia. In un primo momento, quando i militari si sono fatti avanti, sembrava collaborare. Ha consegnato loro i documenti, apparentemente rassegnato ad attendere in macchina i controlli al terminale. In Italia da una ventina d’anni, un passato da insegnante di matematica in Albania. Unica pecca: la gestione della fine del suo matrimonio, durante la quale, in più occasioni, ha dato il peggio di sé, diventando un incubo sia per l’ex moglie che per la figlia.

Le minacce si protraevano da tempo e, probabilmente, non era ancora stato arrestato solo per l’indulgenza della donna che con lui aveva condiviso un pezzo di vita. L’ultima istantanea prima che la situazione precipiti ritrae questa scena: il capopattuglia è in piedi, chino sul bagagliaio aperto dell’auto di servizio, è intento scrivere il verbale; il collega attende un po’ più defilato, osservando l’uomo sottoposto al controllo. E lui, Haxhi Collaku, se ne sta seduto in auto, con i demoni che affollano i suoi pensieri.

Improvvisamente accende la vettura, una Skoda, ingrana la prima e travolge il carabiniere che sta annotando i suoi dati. Lo vede finire a terra, schiacciato tra i paraurti delle due vetture. Non contento, esce impugnando un coltello e si avventa ancora sull’uomo in divisa, ormai inerme. Il collega comprende subito la gravità della situazione, sfodera la Beretta calibro 9 e esplode quattro colpi: due alle gambe e due al torace. Le ambulanze portano in ospedale entrambi, ma dopo nemmeno un’ora l’albanese muore. Il carabiniere, invece, ha riportato delle fratture.

“Secondo i primi accertamenti le procedure adottate dai nostri militari sono state impeccabili e aderenti ai nostri documenti d’azione”, ha voluto sottolineare il comandante del Reparto operativo dei carabinieri di Padova, Gaetano La Rocca.

Sconvolti gli abitanti del palazzo. “Ci avevano raccontato di essere laureati, dicevano di essere due professori di matematica”, riferisce una residente. Ma da quando il loro rapporto era naufragato, venivano additati come “i due che litigano sempre”. Prima urla e minacce rimbombavano all’interno del loro appartamento al quarto piano, poi sono iniziati i litigi in strada. Nel pericoloso schema che caratterizza tutte le storie di stalking e atti persecutori, lui non accettava la fine della relazione. E lei, per un periodo, ha cercato di sopportare senza ricorrere alle denunce.

Poi però la situazione è peggiorata ancora e, a quel punto, sono entrati in gioco polizia e carabinieri. C’è un primo decreto di allontanamento dalla casa familiare che risale a qualche anno fa, poi il più recente ammonimento del questore.

“Esprimo i miei più sinceri auguri di pronta guarigione al carabiniere ferito a Padova”, ha detto il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia. “Sono profondamente dispiaciuto per l’aggressione subita durante il suo coraggioso servizio. Spero possa riprendersi completamente e rapidamente”.



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Written by bourbiza mohamed

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