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Aldo Cazzullo, il libro: «Mussolini? Uomo spietato. Il fascismo non deve essere assolto»


«Cento anni fa in questi giorni l’Italia cadeva nelle mani di un uomo spietato e cattivo, Benito Mussolini. Il duce non era una brava persona, arrivò a fare chiudere e morire in manicomio suo figlio Benitino e la donna veneta che lo aveva messo al mondo, Ida Dalser. Per lui erano un intralcio». Aldo Cazzullo sintetizza il tema attorno a cui ruota il suo nuovo libro Mussolini il capobanda (Mondadori 349 pagine, 19 euro). «Perché dovremmo vergognarci del fascismo», dice il sottotitolo. Il perché lo ricorda l’autore, pagina dopo pagina, ricostruendo fatti, personaggi, violenza, torture, uccisioni. Nei cent’anni della Marcia su Roma, Cazzullo fa i conti con quello che il fascismo è stato e con la sua eredità storica. Cazzullo, giornalista, editorialista del Corriere della Sera e scrittore, arriva nel Veneto per tante presentazioni del libro, domani a Padova all’Auditorium del Centro Culturale San Gaetano (ore 17.30), in dialogo con Davide Parenzo e in serata a Piove di Sacco (ore 21) al Teatro Filarmonico con Matteo Strukul. Sabato sarà a Venezia all’Aula Magna dell’Ateneo Veneto (ore 11), nel pomeriggio a Mestre all’M9 Auditorium De Michelis (ore 17.30) con lo storico Riccardo Calimani e il governatore Luca Zaia e a Maniago al Teatro Comunale Verdi (ore 20.45), il 4 febbraio appuntamento a Cortina alla rassegna «Una montagna di libri» al Miramonti Majestic Grand Hotel, in dialogo con Francesco Chiamulera (ore 18).


Perché affrontare quel periodo storico?
«Sono convinto che la maggioranza degli italiani ha un’idea sbagliata, edulcorata del duce. Mussolini fu un narcisista crudele e spietato che ha preso il potere con la forza, con la violenza. Il punto è la memoria storica».

Gli scenari politici in Italia e nel mondo in questo momento portano a ripensare al passato.
«Il fascismo non tornerà mai nello stesso modo in cui è stato. Ma in Europa sono tornate idee xenofobe e razziste , un nazionalismo estremo, vuol dire che alcuni concetti del fascismo non sono del tutto tramontati. Implicita nel fascismo è la guerra, l’idea di una razza che si impone sull’altra, di una nazione che si impone sull’altra…»

Nel libro ricostruisce nei dettagli, ora per ora, la Marcia su Roma.
«La Marcia su Roma non fu un azzardo temerario, nè una scampagnata, ma un colpo di stato in un momento in cui i fascisti erano già i padroni dello stato. Erano spietati, erano i più forti. Mussolini colse un frutto che era già maturo. Il re ebbe paura, chiese al maresciallo Diaz: “Posso contare sull’esercito per fermarli?”. Diaz rispose. “Certo maestà, però sarebbe meglio non metterlo alla prova”. Come a dire no, che sull’esercito non poteva contare. E dopo, Mussolini si vendicò di chi aveva tentato di fermarlo con un linciaggio da far west».

Scrive che «Mussolini si comportò da delinquente diverse volte».
«Provocò la morte di tanti avversari politici, Gramsci, Amendola, Gobetti, Matteotti, don Minzoni e altri. Carlo Sforza ambasciatore a Parigi si dimise in segno di protesta, Mussolini lo convocò e visto che lui non cambiava idea, gli disse: “Lei non ha capito, l’alternativa è finire al muro con 12 pallottole”. Un linguaggio da delinquente»

Com’era la vita per gli italiani durante il fascismo?
«Si viveva malissimo sotto il fascismo. La maggioranza degli italiani anche se non era fascista si era rassegnato a perdere la libertà. Fu messa una tassa sul celibato, una tassa sui matrimoni infecondi, come se fosse una colpa non avere figli. Alle donne fu di fatto proibito lavorare fuori casa, dovevano stare in casa a fare figli e crescerli. Nelle fabbriche solo il 10% di chi lavorava poteva essere donna. Vennero messe fuorilegge le professoresse di lettere. E poi bisognava andare in guerra».

Il governo e il ministro Sangiuliano definiscono Dante simbolo dell’ideologia di destra. Cosa ne pensa?
«La destra italiana è sempre stata fissata con Dante, anche Mussolini citava spesso Dante. E Margherita Sarfatti era ossessionata da Dante, apriva la Divina Commedia come un libro divinatorio per capire cosa sarebbe accaduto. Diciamo che Sangiuliano da giornalista conosce bene i meccanismi che attirano l’attenzione dei media…».

Questo libro su Mussolini che reazioni vorrebbe innescasse?
«L’ho scritto per dire che Mussolini non era una brava persona e che non tutti gli italiani di quell’epoca furono fascisti. Ma soprattutto per fare capire che l’antifascismo non è una cosa di sinistra, non ha colore politico. Il fascismo è stato barbarie, quindi la scelta è tra barbarie e civiltà».

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19 gennaio 2023 (modifica il 19 gennaio 2023 | 18:40)

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Written by bourbiza mohamed

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