Vien quasi da dire che «finalmente è arrivato l’inverno». Sorprendente, trattandosi di metà gennaio, ma è esattamente questa la situazione e il vero gelo scenderà sul Veneto proprio in questi giorni. Dopo un’estate afosa e un autunno tiepido, l’esordio della stagione più fredda si è fatto aspettare. E ora eccolo qua, l’inverno che si mostra. Temperature basse, a volte bassissime, fiocchi di neve che diventano chicchi simili a una morbida grandine e cadono sul litorale, da Jesolo fino a Chioggia e Rosolina Mare (in gergo tecnico graupel); Prealpi, Pedemontana e Dolomiti innevate, con la coltre candida che arriva a lambire anche i centri abitati. E ovviamente: piumino, guanti, sciarpa e berretto d’ordinanza.
Freddo e piste perfette
L’ultima decade di dicembre e la prima decade di gennaio, rilevano gli esperti meteorologi di Arpav, sono state fra le più calde degli ultimi trent’anni, con minime notturne fra i 5 e gli 8 gradi in pianura. Adesso (e basta respirare l’aria fuori dalla finestra per accorgersene) si va sottozero e il «meglio» deve ancora arrivare: fino a domenica le temperature andranno giù in picchiata con minime che potrebbero toccare -7 gradi in pianura. Un clima ideale per chi vive di sci e turismo in montagna: ieri, il consorzio Dolomiti Superski trionfava con un emblematico «Piste perfette», invitando gli appassionati a godere dello spettacolo offerto dal cielo.Oggi la situazione è molto irregolare e variegata: nel Bellunese l’accumulo di neve è fra i 60 e i 90 centimetri a seconda della zona, dai 30 ai 50 centimetri fra Alto Trevigiano e Veronese, con picchi di 70 nel Vicentino. I dati sono ancora parziali, raccolti in tempo reale ed elaborati dagli uffici di Arpav, ma c’è già di che brindare. Solo negli ultimi due giorni, monti Lessini, Prealpi e Pedemontana di Verona e Vicenza hanno totalizzato anche 20 centimetri di neve.
In pianura
E in pianura? Niente neve, ma parecchio freddo. «Torniamo in linea con le serie storiche dopo una prolungata fase anomala. Siamo tornati alla normalità da mercoledì 11 – spiega Franco Zardini, meteorologo Arpav -. Questa settimana abbiamo minime fra 0 e -1 e massime di 6 gradi, ma scenderemo sotto la media stagionale fra -3 e –7 per l’ingresso di correnti di aria polare da Groenlandia e Islanda». Il record? «Nella Piana di Marcesina, sull’Altopiano di Asiago, siamo arrivati a minime di -15 gradi» rileva Zardini. I picchi di freddo saranno soprattutto nelle ore notturne, da questa notte a quella di domenica. Poi, un po’ alla volta, si risalirà di qualche grado.
Stagione in crescendo
Marco Grigoletto, presidente di Anef Veneto
(associazione degli impianti a fune) racconta la «sua» neve guardando le cime innevate da Arabba: «Abbiamo uno strato di neve sufficiente per fare una buona stagione. L’importante, adesso, è che continui a fare freddo, perché la neve si conservi meglio». E se in città ci si lamenta per le ventate gelide che arrivano da nord, sulle montagne il freddo è quanto di meglio possa capitare (anche in prospettiva, per mantenere cumuli di neve utile per stemperare la siccità estiva). «La stagione fino ad ora è andata bene con un +10% rispetto a 2021-22 – continua Grigoletto -. Insomma, anche se gli skipass e gli abbonamenti hanno subito dei rincari, la voglia di montagna, di sci e di relax rimane. E nelle nostre zone, chi lavora nel turismo è soddisfatto». Ieri nevicava con maggiore intensità a bassa quota: sulle cime faceva perfino troppo freddo. E così, fra Veronese e Vicentino in poche ore si è accumulata più neve che sulle Dolomiti. «In giornate come queste sciare non è facile, c’è poca visibilità, ma adesso oltre alla neve, che ci ha raggiunti già a novembre, abbiamo anche l’inverno – sorride Mario Timpano, gestore degli impianti delle Melette ad Asiago -. Speriamo che queste temperature possano portare a una stagione più lunga. Fino ad ora l’affluenza è stata superiore alle nostre aspettative, siamo mediamente sul 40% superiori rispetto alla stagione 2020-21». Il turismo ha ritrovato numeri soddisfacenti: Federalberghi parla, per la montagna, di «Feste alla pari con il 2019 pre-pandemia». Due settimane di «morbida» dopo l’epifania e previsioni buone per l’occupazione a febbraio e fino ai primi di marzo: la stagione delle «settimane bianche» non è finita. Lo conferma Massimiliano Schiavon, presidente degli albergatori veneti: «Il settore si sta riprendendo bene. Non è ancora completamente consolidato il risultato del 2019 ma è innegabile che la stagione, in montagna, stia andando molto bene. L’abbassamento delle temperature scongiura il problema dell’inversione termica. E finché continuerà a nevicare, non ho dubbi che gli operatori continueranno a mantenere alta la funzionalità degli impianti e delle strutture». È ancora lungo l’inverno da godere.
La newsletter del Corriere del Veneto
Se vuoi restare aggiornato sulle notizie del Veneto iscriviti gratis alla newsletter del Corriere del Veneto. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui.
20 gennaio 2023 (modifica il 20 gennaio 2023 | 11:01)
© RIPRODUZIONE RISERVATA