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“Dottoressa, mio figlio si muove: è normale?”: in scena tutte le ansie dei genitori nel diario surreale di una pediatra bolognese


Se pensate che il mestiere di genitore sia stressante, forse non avete mai provato quello di pediatra. Non siete convinti? Lo racconta la bolognese Paola Di Turi che negli anni ha raccolto i dialoghi più surreali, incredibili e significativi che le sono capitati nel suo ambulatorio pediatrico. Trasformandoli nel monologo “Dottoressa, mio figlio si muove: è normale?” che debutta venerdì 14 alle 22 nel chiostro di Santa Cristina, non a caso all’interno del festival Tutto Esaurito, il primo dedicato allo stress. 

A dare voce al testo di Di Turi, sarà invece l’attrice Cristina Chinaglia. Mettendoci di fronte a quesiti imbarazzanti. Come quello della mamma di Miriam, che chiede alla dottoressa, dal momento che alla sua piccola viene la tosse quando beve “l’acqua con la bottiglia, mentre col bicchiere no”, se può scegliere la seconda opzione.

FOTOGRAMMA (fotogramma)

E se questo vi sembra già difficile da credere è solo l’inizio. Tra padri e madri che si presentano insieme, spesso senza appuntamento, per avere un consulto su come “il pisellino del loro piccolo vada messo nelle mutandine” o per sapere se la febbre scomparsa tornerà (“entro i prossimi 4-5 anni senz’altro” garantisce la dottoressa). C’è poi chi scambia il suo ambulatorio per uno studio psicologico (“io e mia moglie ci stiamo separando, non facevamo più sesso”) e chi vorrebbe che il bambino fosse visitato da vestito perché “lui non vorrebbe spogliarsi”. “È tutto vero, non ho inventato nulla” giura lei.

«Dottoressa vorrei sapere se posso portare fuori la bimba anche se piove», «come fa ad imparare nuove parole, gliele devo dire io?», «come faccio a lavare il biberon?»,« come faccio ad accorgermi che ha fatto il ruttino?», «Come si dà il ciuccio?», «Lei cosa consiglia il tablet o il cellulare?», «Dottoressa mi ha dato le bustine di medicina per la diarrea di Giovanni, ma le devo bere io?», «Ma quando compro le scarpe a Matteo, come faccio a sapere se sono della misura giusta?»

La pediatra Paola Di Turi

La pediatra Paola Di Turi

 

Dialoghi stranianti, dubbi bizzarri, vere sparate. Eppure. Eppure chiunque ci sia passato, chi abbia accompagnato il proprio pargolo o pargola dal pediatra, si sente chiamato in causa. Perché il bisogno di rassicurazioni banali e sciocche, umanissimo, ma talvolta in effetti portato all’estremo, quando si tratta della propria prole è capitato a tutti. E qui il monologo di Di Turi – dopo aver fatto ridere, sorridere e un po’ vergognare mamme, papà, ma pure nonni e zii – la domanda, implicita, la pone a noi. Quando è che abbiamo smesso di essere in grado di prenderci la responsabilità di crescere i nostri figli? Perché abbiamo iniziato a considerarli esserini fragili ed esposti ad ogni possibile trauma psichico e fisico? E ancora, soprattutto, come pensiamo possa diventare autonomo, sicuro, equilibrato un piccolo umano se si trova a crescere in mezzo a due adulti preoccupati, fuor di metafora, anche di come si beve un bicchier d’acqua?
«L’obiettivo – continua la pediatra – era ironizzare sperando che vedendosi dall’esterno ci potesse essere un acquisizione di responsabilità rispetto a una genitorialità che finisce per delegare tutto a qualcuno. Anche se poi, di quel qualcuno non ti fidi fino in fondo, non gli riconosci l’autorevolezza. Un cortocircuito terribile e frustrante».

L'attrice Cristina Chinaglia

L’attrice Cristina Chinaglia

 

Le domande più frequenti riguardano lo svezzamento. «Quando spiego che il bambino durante questa fase può iniziare a mangiare tutto, parte la litania: “Ma anche la melanzana?”, “Sì” dico, “e la carota?”. E io, calma, tranquillizzo: “tutto” e loro indefessi, “ma anche le fragole?”. Non se ne esce. A volte chiamano allarmati perché non hanno sbucciato le patate. Una volta ci insegnavano che il corpo era pronto a tutto, adesso che non conta niente, che ti devi difendere da qualsiasi cosa. Quando eravamo piccoli noi, se ti cadeva il biscotto, la mamma ti invitava a soffiarci sopra e a mangiarlo, ora ti comunica che se solo ti avvicini potresti esplodere”.



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Written by bourbiza mohamed

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