La terribile alluvione del 16 maggio sarà passata ai raggi X da una commissione speciale temporanea che si è ufficialmente insediata nel tardo pomeriggio di giovedì 13 luglio nella sala del consiglio comunale di Cesena. Il primo nodo è stato subito sciolto visto che la commissione sarà ‘a porte aperte’, al primo punto infatti i commissari hanno deciso all’unanimità di renderla pubblica spegnendo le polemiche che erano già nate sul punto.
La commissione speciale sull’alluvione ha come presidente il consigliere comunale di Cesena 2024, Armando Strinati, il suo vice è Claudio Capponcini del M5s. In prima battuta è intervenuto il sindaco Enzo Lattuca che ha offerto la massima disponibilità chiedendo però un congruo preavviso negli inviti. Il presidente della commissione Strinati ha ricordato che la commissione speciale sarà operativa fino al 3 maggio del 2024, si riunirà il giovedì con una cadenza quindicinale, la prossima seduta sarà il 3 agosto.
“Il 3 agosto vogliamo chiedere all’amministrazione comunale cosa è stato fatto nella fase dell’evento e in quella successiva” ha detto lo stesso Strinati. Successivamente è intervenuto il consigliere dem Luca Magnani: “Vogliamo audire subito i comitati dei cittadini alluvionati, ma vogliamo sentire anche il Canale emiliano-romagnolo, le cooperative del mondo agricolo colpite dall’alluvione, i presidenti dei quartieri”.
Poi i commissari sono entrati nel tema caldo, che ‘spacca’ subito la commissione speciale, quello relativo alla presenza degli esperti. Così Enrico Castagnoli (Cambiamo): “E’ molto importante il tema della composizione definitiva di questa commissione, la decisione di non prevedere la presenza di esperti è appellabile?”. Poi la parola ad Antonella Celletti della Lega: “Noi vogliamo che le audizioni siano su questioni tecniche, la decisione di non includere esperti merita un approfondimento. Non condivido assolutamente questa conclusione, è una commissione speciale e necessita di persone specializzate, esperte, tra l’altro sarebbero a costo zero. Non dobbiamo chiuderci tra di noi, qui non ci interessano le storie dei cittadini, ma i fatti e le questione tecniche”.
A questo punto è intervenuto il vice segretario che ha fornito un parere contrario alla presenza degli esperti in commissione “sulla base delle regole vigenti – ha sottolineato – con una decisione assunta da tutta la segreteria generale. Questa è una commissione temporanea, l’articolo 23 prevede la presenza di esperti solo nelle commissioni permanenti”.
“Non siamo un tribunale, non dobbiamo avere paura degli esperti”
Una spiegazione che non ha convinto tutti, neanche il vice presidente Capponcini del M5s: “Questa commissione non è un tribunale, è un organo che vuole approfondire dal punto di vista tecnico l’alluvione, per essere utile deve poter contare su persone esperte, servirebbe un minimo di elasticità nell’interpretare i regolamenti. Non bisogna avere paura di loro – mette in chiaro Capponcini – solo con la loro presenza la commissione può essere utile, altrimenti muore lì”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Denis Parise di Cesena Siamo Noi: “Lavorare senza esperti significa togliere un piede a questa commissione, lo dobbiamo ai nostri cittadini per trarre delle conclusioni a favore di chi è stato colpito dall’alluvione”.
Molto critico sul punto anche Fabio Biguzzi (Lega): “Forse servirebbe un parere terzo, ma perché non possono venire gli esperti? Noi non siamo tuttologi, non siamo geologi o ingegneri idraulici, noi vogliamo capire, abbiamo bisogno di loro, la commissione parte col piede sbagliato così..”.
Ha provato a mediare l’esperto consigliere di Cambiamo Luigi Di Placido: “Questa commissione sarà importante per la città se saremo in grado di farla funzionare. Gli esperti sono ritenuti utili oppure sono considerati degli orpelli perché fanno paura? Se non sono considerati ‘pericolosi’ è giusto averli in commissione. Impedirgli di essere presenti comunque non impedirà che tutti i gruppi consiliari abbiano i propri esperti. Propongo una mediazione, potrebbero essere qui con noi ‘silenti’ al nostro fianco coadiuvandoci senza intervenire direttamente. Questo non è un tribunale del popolo, perché non accogliamo qualcuno che ci può dare una mano, come lo spieghiamo alla città?” ha concluso Di Placido.