Elogio del silenzio
«Sto finendo di leggere il comunicato con cui il procuratore di Trieste, Antonio De Nicolo, annuncia di aver iscritto undici persone nel registro degli indagati — ha risposto ieri pomeriggio al telefono Greta —. Mi sto rendendo conto di cosa possa significare e ne sono molto felice. Con la mia famiglia proprio in questi giorni stavamo apprezzando il silenzio nel quale, stavolta, vengono condotte le indagini. Nulla a che vedere con il clamore mediatico che seguì gli attentati di quegli anni. Il silenzio significa poter lavorare in pace, senza eccessive pressioni, una nuova modalità che sta dando velocemente i suoi frutti. Siamo contenti». Greta e Francesca sono tornate a sentirsi proprio in occasione del ritorno di interesse sul caso, da parte dei media prima e della magistratura poi. «Attualmente viviamo entrambe a Milano, ci vediamo spesso, andremo a bere qualcosa per festeggiare la novità — continua Greta —. Non ho idea di chi possa essere Unabomber, ma credo che gli inquirenti si stiano muovendo nella giusta direzione. Vent’anni fa si è partiti con oltre mille indagati, era tutto molto difficile. Oggi essere riusciti a circoscriverne il numero a undici è già un buon presuppostoper puntare ad arrivare a qualcosa di concreto. Grazie anche alle nuove tecniche scientifiche, che potrebbero sortire migliori conclusioni».
Zornitta e il post di Francesca
Sul nuovo coinvolgimento di Elvo Zornitta
, l’ingegnere di Azzano Decimo che alla fine rimase l’unico indagato finché la sua posizione non fu archiviata per il crollo della prova regina, la giovane osserva: «Credo che anche a lui faccia piacere la riapertura delle indagini. Ha sempre detto che dare un volto al vero colpevole lo libererebbe da un incubo colpevole di aver rovinato pure la sua vita. Potrebbe essere la prova del nove in grado di restituirgli la pace». Francesca Girardi, che ha dichiarato di voler incontrare il suo attentatore per chiedergli il perché di tanto dolore provocato e se, tornando indietro, lo rifarebbe, affida i suoi pensieri a Facebook. «Sono una sopravvissuta, che da quel 25 aprile 2003 non ha mai smesso di lottare — scrive —. Quel giorno, oltre a tutto il resto, ho perso la mia innocenza e la mia infanzia. Ma ho anche trovato qualcosa di speciale. Unabomber, senza volerlo, mi ha regalato la grinta, la forza e la consapevolezza che niente e nessuno potrà mai spegnere il mio sorriso. Oggi ho 28 anni e sono pronta a combattere ancora per avere giustizia, per me e per le altre vittime».
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20 gennaio 2023 (modifica il 20 gennaio 2023 | 11:08)
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