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Thailandia, niente svolta: i senatori vicini all’esercito golpista bocciano la nomina a premier del vincitore delle elezioni


PECHINO – Niente poltrona di primo ministro – per il momento – per Pita Limjaroenrat, il leader di Move Forward, il partito uscito vincitore dalle urne alle elezioni thailandesi dello scorso 14 maggio. I senatori fedeli all’esercito hanno respinto la sua candidatura considerata troppo radicale, nonostante il rischio di ulteriori manifestazioni di massa in un regno, quello thai, molto diviso. Oggi il Parlamento di Bangkok si è riunito per scegliere il nuovo premier, ma al 42enne laureato ad Harvard sono mancati 52 voti per raggiungere la soglia necessaria dei 376.

“Non rinuncerò alla mia candidatura”, dice. “Il partito si riorganizzerà per raccogliere il sostegno necessario a vincere la prossima votazione”. Un prossimo voto in Parlamento è infatti previsto per il 19 luglio e Pita può essere nominato come aspirante premier ancora. Ma la sua strada ora si fa decisamente in salita.

Thailandia, il premier golpista si ritira dalla politica dopo aver perso le elezioni


Tra voti contrari (182), astensioni (199) e assenze, solo 13 senatori su 250 hanno sostenuto il leader del principale partito. In totale ha ottenuto 324 sì. Poiché il Senato vota per il primo ministro insieme alla Camera, l’opposizione ha bisogno di 376 seggi per eleggere un primo ministro.
 

La sua sconfitta di oggi è stata l’ultimo colpo di una due-giorni tormentata per il giovane leader progressista. Ieri, alla vigilia del voto, la Corte Costituzionale ha accettato di esaminare due cause contro Pita e il suo partito: la prima, presentata dalla Commissione elettorale che chiede di togliergli lo status di parlamentare, riguarda il possesso di alcune azioni in una tv all’epoca della campagna elettorale che il leader non avrebbe dichiarato; la seconda, presentata da un avvocato, contro il suo movimento, accusato di voler rovesciare la monarchia.

(afp)

La protesta

Circa 200 persone vestite di arancione, il colore di Move Forward, si sono radunate vicino al Parlamento. Altri sostenitori di Pita in questo momento sono davanti al palazzo del governo. Si temono manifestazioni di piazza violente.

Le alternative

Ora alla seconda votazione della prossima settimana si aprono diversi scenari e giochi politici. Move Forward potrebbe aver sbagliato i calcoli indicando Pita come unico potenziale candidato premier. Il Pheu Thai, partito arrivato secondo e attualmente in coalizione con Move Forward, potrebbe approfittarne nominando un suo candidato premier, il che potrebbe alterare significativamente la dinamica della coalizione. Un’altra possibilità è che il Pheu Thai cerchi altri partner nella Camera bassa per una coalizione senza il partito di Pita, escludendolo dal governo. Magari appoggiando un candidato esterno, di compromesso, in cambio di ministeri chiave. Aleggia lo spettro, in questo scenario, del generale Prawit Wongsuwan, vice primo ministro uscente, ex capo dell’esercito realista coinvolto negli ultimi due colpi di Stato, che ha legami e influenza nell’establishment militare, nel Senato e tra i partiti conservatori.
 

Alcuni attivisti hanno indetto manifestazioni ieri sera a Bangkok e in altre città. “Ci deve essere una rappresaglia allo sforzo di distruggere la democrazia”, ha scritto uno dei leader su Twitter. “Qualunque sia la conclusione, facciamo sapere a tutti che la lotta è iniziata”. Da settimane la polizia si prepara a rispondere ad eventuali proteste.

Move Forward aveva fatto una campagna elettorale con la promessa di importanti riforme, tra cui la fine della coscrizione militare, l’eliminazione dell’influenza dell’esercito sulla politica e la modifica della durissima legge sulla lesa maestà. Negli ultimi tre anni più di 250 persone, minorenni compresi, sono stati accusati di tale reato.



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Written by bourbiza mohamed

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