di Angelo Agrippa
Il presidente della Regione dai padri vincenziani per ricordare l’architetto: lanciafiamme contro chi ha abbandonato le strutture sportive delle Universiadi
«Cogliamo l’opportunità di questa ricorrenza perché le istituzioni non dimentichino questo luogo sacro che conserva i resti del grande architetto che ideò la Reggia». L’appello del parroco don Biagio Saiano della chiesa di San Francesco di Paola, nel quartiere militare borbonico a ridosso del Parco Reale, nella cui cripta sono sepolti i resti di Luigi Vanvitelli, ha concluso la prima giornata del lungo anno di eventi e celebrazioni organizzato per ricordare il genio che progettò lo straordinario complesso monumentale a 250 anni dalla sua morte. Alla presenza del sindaco di Caserta, Carlo Marino, e di quello di Casagiove, Giuseppe Vozza, è stata anche scoperta una targa con la quale si identifica il luogo dove riposano i resti di Vanvitelli, devotissimo a san Francesco di Paola, e avviato l’iter per accogliere la richiesta, giunta da alcune associazioni, di conferire alla sua memoria la cittadinanza onoraria post mortem. Per l’occasione è stata riaperta la cripta: un suggestivo tunnel scavato nel tufo, dove è stato possibile ammirare il liber mortuorum nel quale sono trascritte le informazioni legate al decesso, avvenuto il 1 marzo 1773, e alla sepoltura di Vanvitelli, e la riproduzione anastatica in forma digitale della maschera funeraria, assieme a quella per non vedenti, realizzata da un gruppo di esperti del progetto Art-up. È stato, inoltre, previsto l’annullo filatelico commemorativo ed è stata deposta una corona di alloro offerta dall’Ordine professionale degli architetti e dall’Ordine professionale degli ingegneri di Caserta. La mattinata si è conclusa con la celebrazione eucaristica officiata dal vescovo di Caserta Pietro Lagnese.
Nel pomeriggio, a partire dalle 16,30, sono aperte al pubblico le Sale Vanvitelli, gli ambienti al primo piano della Reggia con accesso dalla Sala delle Guardie del corpo, dove sono esposti documenti, disegni, lettere — in particolare quelle più intime e significative scritte al fratello Urbano. In serata, poi, la visita al Teatro di Corte, l’unico ambiente che Luigi Vanvitelli riuscì a vedere completato prima di morire.
Nel pomeriggio, a partire dalle 16,30, sono aperte al pubblico le Sale Vanvitelli, gli ambienti al primo piano della Reggia con accesso dalla Sala delle Guardie del corpo, dove sono esposti documenti, disegni, lettere — in particolare quelle più intime e significative scritte al fratello Urbano. In serata, poi, la visita al Teatro di Corte, l’unico ambiente che Luigi Vanvitelli riuscì a vedere completato prima di morire.
De Luca dai vincenziani «imbraccia» il lanciafiamme
Il presidente della Regione Vincenzo De Luca, invece, ha preso parte a un convegno organizzato a Napoli nel complesso dei padri vincenziani ai Vergini, struttura anch’essa vanvitelliana, dove è stata ricordata la figura del genio dell’architettura. Ma De Luca, sollecitato ad esprimersi sulle strutture sportive abbandonate dopo le Universiadi, ha nuovamente fatto ricorso, verbalmente, alla necessità del lanciafiamme: «Alla Mostra d’Oltremare – ha risposto – siamo già intervenuti in occasione delle Universiadi del 2019 quando abbiamo provveduto al rifacimento di una serie di strutture affidandone la manutenzione ai Comuni. A Fuorigrotta abbiamo rifatto la piscina e la pedana per il salto. Mi dicono che ora sia devastata. Io non dico niente , ma almeno una vigilanza…Davvero mi tocca riprendere il lanciafiamme».
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