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Antonino Cassisi sospeso dal Papa Giovanni, definitiva la condanna per peculato- Corriere.it


di Giuliana Ubbiali

Un anno e 8 mesi per le somme non versate all’ospedale, la Cassazione: «Fatti non occasionali». In bilico l’ipotesi dello stalking

Malformazioni congenite, gravi lesioni, ricostruzioni. Le mani del dottor Antonino Cassisi, 63 anni, hanno rimesso in sesto volti sfigurati. Ma il responsabile della Chirurgia Maxillo facciale dell’ospedale Papa Giovanni XXIII è in bilico. Per via del processo è sospeso dall’ospedale (la regola, per i dipendenti) ed è in sospeso rispetto ad una nuova ipotesi per cui i giudici hanno rimandato gli atti al pm Giancarlo Mancusi.

Allo stato, il dato sicuro è uno: da dicembre è definitiva la condanna a 1 anno e 8 mesi con l’interdizione dai pubblici uffici per un anno (pena sospesa), per peculato nei confronti dell’ospedale, parte civile. Di recente, è stata depositata la sentenza con cui la Cassazione ha respinto il ricorso dell’avvocato Dario Romano dello studio Bongiorno. In primo grado, il primario era stato assolto da tutto: i falsi (per omissioni nei verbali operatori), l’abuso d’ufficio (per aver favorito alcuni medici), i maltrattamenti al collega Paolo Amaddeo e, appunto, il peculato per non aver versato all’ospedale la percentuale delle somme incassate per alcune visite nello studio privato, nel 2012 e nel 2013. I giudici dell’Appello lo hanno invece condannato per peculato e hanno ritenuto che, eventualmente, gli episodi con Amaddeo configurassero gli atti persecutori. La difesa ha tentato la carta della Cassazione. Ha evidenziato come l’ospedale in quegli anni avesse incassato 85 mila euro dalle visite di Cassisi, mentre l’omesso versamento fosse di 300 euro, solo lo 0,50%: una somma «irrisoria» che fa venire meno il dolo. Inoltre, ha fatto notare sempre l’avvocato, la Corte d’Appello riporta la testimonianza di 38 pazienti ma condanna Cassisi per 53 peculati. Per altro, ulteriore argomento, la segretaria del dottore Nadia Botti (che patteggiò) si era assunta la responsabilità della riscossione dei compensi. Ma per la Cassazione «dirimente appare» la sentenza d’Appello che riporta una «ricostruzione del fatto diversa» da quella della difesa. Cioè che per «un numero cospicuo di visite è stato dimostrato l’omesso versamento di parte del compenso all’ospedale». Dato che «ha indotto la Corte d’Appello a disattendere la prospettazione difensiva sull’occasionalità dei comportamenti». Trentotto o 53 episodi, dice la Cassazione, non cambiano molto le conseguenze giuridiche.

Capitolo Amaddeo. La sentenza di primo grado escluse i maltrattamenti, parlando piuttosto di ostilità tra i due medici, di questioni caratteriali e di «rilievo bagatellare» di alcuni comportamenti del primario. Ma la sentenza di secondo grado non ha escluso la rilevanza penale di quelle stesse condotte, indicando nello stalking la corretta (eventuale) contestazione. L’avvocato ha rimarcato come il giudice di Bergamo avesse ben argomentato l’assenza della condotta materiale del primario. Ma la Cassazione, «al di là del significato giuridico» che si voglia attribuire ai gesti di Cassisi, li elenca: le sfuriate, lo spostamento dell’armadietto in corridoio, l’articolo di giornale sugli assenteisti appeso «a scopo di dileggio». Ciò non impedisce, precisa, al pm o eventualmente al giudice di decidere che l’ipotesi non regga. C’è da tenere conto anche della prescrizione. Prima, al pm devono arrivare gli atti della Cassazione.

28 febbraio 2023 (modifica il 28 febbraio 2023 | 12:31)



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Written by bourbiza mohamed

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